Pippo Delbono, attore e regista italiano che è stato ospite a Mercantia e che ha vinto nel 2011 il Premio Ubu, diceva che bisogna ballare nonostante la guerra.

Organizzando Mercantia, mi torna alla mente questa frase: bisogna danzare nonostante la guerra. Cioè, quando potrebbe non sembrare il tempo per le feste, è proprio quello il momento di una resilienza e una resistenza all’oscurità della vita.

Ecco che sorge l’idea di un’idea poetica incentrata su “Una nuova speranza”.
Come insegnano le filosofie spirituali di questo mondo, si cresce e ci trasformiamo soprattutto nelle difficoltà.

Qualunque essere umano ha diritto di sorridere, di ballare, di godere del primato della bellezza. Ed è su queste basi che stiamo immaginando e costruendo la festa.
Deve essere e sarà una festa particolarmente bella ed eclatante nelle sue visioni, nel suo immaginario.
Si ballerà sospesi nell’aria, si ballerà tra le torri appesi a fili oscillanti… ovunque si respirerà aria di magia e di meraviglia.

Mercantia per me ha sempre rappresentato tutta l’esuberanza, tutta la gioia, tutto il sole che non è possibile vivere durante l’anno, o nella propria quotidianità.
Questo contesto ci deve portare a sorridere, ad avere comunque un atteggiamento positivo rivolto alla nuova primavera.

Mercantia ritorna quest’anno nel suo format più tradizionale: cinque giorni, con la voglia di riaffermare questo nostro canto.

La musica torna ad essere importante protagonista con gruppi di alto livello nazionale, spettacoli estremamente ricercati, i giardini segreti… tutto con più passione e maggiore decisione. Deve essere una nuova speranza e un punto di partenza non solo per il teatro, ma anche per le vite di ognuno di noi, per aiutarci a non lasciarsi andare e a reagire.