Rage room

Costarella

RAGE ROOM, one way to dream land

Mostra/installazione a cura di Alessandro Di Vicino Gaudio

In un mondo in cui le emozioni vengono spesso represse, mascherate, sminuite o medicalizzate, la vita quotidiana scorre con tale velocità e pressione da rendere necessario l’allestimento di vere e proprie “zone di sfogo”. Luoghi pensati per accogliere persone oppresse, schiacciate dal peso della realtà e dove sfogare la rabbia repressa, la frustrazione sedimentata, il senso d’impotenza che si accumula in un’esistenza alienante e priva di autenticità. In questi ambienti, costruiti con materiali fonoassorbenti e resistenti, le persone possono distruggere oggetti e vecchi televisori sui cui schermi scorrono in loop immagini di oppressione: scene di guerra, guerriglia urbana, lotte per i diritti civili.

In molte stanze, si assiste alla distruzione catartica di schermi che trasmettono il celebre discorso “I Have a Dream” di Martin Luther King, i cortei del movimento Black Lives Matter, o le immagini dello sterminio della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. L’impatto è emotivo e violento: colpire quei simboli non è un atto di negazione, ma di protesta, un grido silenzioso contro l’impotenza che si prova di fronte a tali ingiustizie.

Proprio come nel Decameron, dove un gruppo di giovani fugge dalla Firenze devastata dalla peste per rifugiarsi in una villa e raccontarsi storie, anche i visitatori di queste stanze si isolano dalla peste contemporanea della disumanizzazione e anche nelle Rage Room, quindi, si assiste a una forma di sospensione temporanea dalla realtà. Ma se Boccaccio usava la narrazione per guarire e per condividere, qui la sospensione si consuma nell’atto distruttivo, in una catarsi che non cerca redenzione ma solo tregua.

Le pareti delle stanze sono tappezzate di graffiti rabbiosi, gesti pittorici che sembrano confessioni urlate nel vuoto. Ogni colpo, ogni frantumazione, è una piccola parabola moderna, una novella tragica non narrata con parole, ma con martelli, urla e vetri infranti, che racconta il peso insostenibile dell’essere contemporaneo. E mentre fuori il mondo continua a scorrere – freddo, produttivo, indifferente – queste stanze diventano rifugi sempre più frequentati, specchi deformanti di un disagio collettivo.

Eppure, come nelle novelle boccaccesche che denunciano con ironia e lucidità le contraddizioni della società medievale, anche qui si rivela una grande ipocrisia: si concede uno spazio per urlare, ma non si cambia nulla di ciò che genera il grido e mentre si distruggono simboli di oppressione, nulla cambia nel sistema che li genera.

Il percorso attraverso la Rage Room, è un percorso di purificazione dal negativo per approdare, liberi da oppressioni e fardelli ne “La Terra di un sogno”, nel cuore palpitante della Festa, dove musica, spettacoli e colore rendono magico e gioioso ogni momento lì trascorso.

 

Gaudio

Alessandro Di Vicino, in arte Gaudio, è un artista italiano la cui ricerca si sviluppa nella convergenza tra pittura tradizionale e linguaggi digitali, con particolare attenzione al video. Diplomato in Pittura presso l’Istituto Statale d’Arte F. Russoli di Pisa nel 2004, a partire dal 2014 ha avviato un percorso che integra installazioni video all’interno di opere pittoriche, affrontando tematiche legate all’impatto della trasformazione tecnologica sull’individuo, alla progressiva disumanizzazione e alla commistione tra uomo e macchina.

Tra le mostre personali di rilievo si segnalano:
HYBRIDS (2016), dedicata alla fusione tra corpo e tecnologia;
EGO-JUMP – A DIVE INTO THE FUTURE (2017), incentrata su problematiche sociali contemporanee;
Nuntio vobis Gaudio – DEADLY SINS (2018), rilettura in chiave attuale dei sette peccati capitali;
BEAUTIFUL MINDS (2019), che unisce critica sociale e sperimentazione con nuovi media;
2020 – not an ordinary year (2020–2021), progetto ispirato al lockdown, riflette sulla crisi globale;
NOT ORDINARY TIMES (2023), che ripercorre il periodo dal 2020 a un ipotetico scenario futuro nel 2050.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la vittoria del concorso Art on Iconic Shapes, che lo ha visto esporre accanto a figure come Banksy e Obey. È stato inoltre finalista al premio EneganArt 2017 e selezionato ed esposto nel padiglione Street art di Forte Marghera per la 58ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2019) con il progetto Welcome Hate.

Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, e regolarmente esposte in gallerie e fiere d’arte a livello nazionale e internazionale.

Fb: Gaudio Art
Instagram: gaudio_art